Che fine

ha fatto

il nostro desiderio?

Conoscere e curare il disturbo borderline di personalità

Un percorso curato da Young Inclusion e dal Consiglio per le pari opportunità di Regione Lombardia nel mese della cultura borderline

Disegno realizzato da una ragazza con disturbo borderline di personalità, ospite presso la Comunità Alda Merini di Castellanza (Varese), della rete del Sentiero (partner di Young Inclusion).

Borderline, cioè?
Sentirsi indegni
per il mondo

Che cosa significa essere borderline? Un disturbo che si affaccia in età adolescenziale e che è spiegabile con teoria biopsicosociale. In questo video Martina Segrini, psicologa psicoterapeuta, coordinatrice della comunità Frida Kahlo, illustra le particolarità del DBP.

Il Metodo GET®
Una strada
«ad alta efficacia»

Raffaele Visintini, psichiatra psicoterapeuta dell’Ospedale San Raffaele, introduce il Metodo GET® (Gruppi Esperienziali Terapeutici), un trattamento specifico per il disturbo borderline di personalità costruito sul gruppo, e che nei percorsi di Community Care trova la piena applicazione.

La Community Care
Una casa
per la seconda chance

Emblema del progetto Young Inclusion è la Community Care. Una piccola clinica, un percorso di 18-24 mesi, che prevede la convivenza di massimo 8 persone affette da DBP e che consente loro di sperimentare una vita normale con delle relazioni sociali, nonché i percorsi previsti dal Metodo GET®. Lo spiegano Luigi Campagner, psiconalista e presidente della Cooperativa “La Clessidra”, e Carlo Arrigone, psicoanalista e presidente della Cooperativa “Il Sentiero”, in questi due video dedicati alla Comunità Terapeutica “Frida Kahlo” di Gerenzano.

Saraswathi
«In comunità
ho ritrovato
il desiderio
di vivere»

La storia di Saraswathi rappresenta la ripartenza, dopo un’adolescenza difficile segnata da disturbo di personalità borderline, il percorso presso la Comunità Alda Merini di Castellanza (della rete de “Il Sentiero”, partner di Young Inclusion) e, finalmente, il ritorno a casa. «Avevo il “volume delle emozioni” al massimo, sentivo rabbia e tristezza sempre al massimo».

L’arte,
«strumento per raccontare
la ricerca
di un desiderio»

Alcune ragazze provenienti dalla Comunità Alda Merini di Castellanza (della rete della Cooperativa “Il Sentiero”, partner di Young Inclusion) si raccontano con i disegni realizzati nei laboratori artistici che si svolgono nella community care. Pennellate di sofferenza, ma anche di rapporti che si riallacciano, gusti che si scoprono, e un desiderio di vivere che si riaccende.

 

Che cos’è Young Inclusion?

Ovvero “Desideriamo tutto”

“Young Inclusion” è un progetto innovativo, sorto allo scopo di recuperare e prevenire situazioni di grave marginalizzazione di ragazzi e ragazze, attraverso la costruzione e il consolidamento di community care. Promosso da 12 partner italiani e svizzeri tra cui importanti cooperative sociali, un ospedale, una clinica psichiatrica e un’università svizzera, un’azienda sanitaria, tre comuni lombardi e altre realtà creative e culturali, è parte del programma Interreg Italia-Svizzera, Asse 4 Integrazione (ID progetto 563663). Sotto il pay-off “Desideriamo tutto” raduna attività a sostegno di giovani con disturbo di personalità borderline, i disabili fisici da incidente e donne madri vittime di violenza.